Guardava egli le sue collezioni con meraviglia, vi trovava quel residuo di poesia che solo l’umanità moderna lascia negli oggetti che abbandona prima d’averli consumati per intero. E il residuo fece scattare la sua di poesia. Visiva. Combinando le lettere, con senso e controsenso, in base al significato semiotico o alla valenza semantica, guardandone la forma, la leggerezza o la potenza grafica, ne fece oggetti dove la qualità visiva attuale lasciava trasparire il mistero vasto e combinatorio del mercante fenicio, del filosofo greco, del lapicida epigrafico romano, dello stampatore umanista e del grafico da manifesto dada, tutti insieme.
He looked at his collections with awe, he found that leftover of poetry, which only modern humanity leaves in the objects it abandons before using them in full. And the leftover released his poetry. Visual poetry. Combining the letters, with sense and nonsense, according to their semiotic meaning or their semantic value, looking at their shape, lightness or graphic force, he made them into objects where the current visual quality let come through the extensive and combining mystery of the Phoenician trader, the Greek philosopher, the Roman ornamental mason, the humanist printer and the engraver of the Dada Manifesto, all together.
Philippe Daverio, Tutto torna a posto
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